Il primo maggio 1977 si inaugurò ad Ales lo spazio pubblico dedicato ad Antonio Gramsci dal suo paese natale, mediante la trasformazione della piazza del mercato. Lo scultore Giò Pomodoro, invitato dagli Amici della Casa Gramsci di Milano, scelse di realizzare uno spazio comunitario e agibile e non un monumento celebrativo, allestendo un piano d'uso triangolare con alcuni elementi simbolici, quali la fontana e il focolare. Al lavoro partecipò la popolazione locale coinvolta anche nelle scelte del pietrame (calcare di Masullas) e nell'inserimento di pietra di Trani per la lastra incisa e le panchine, in una sorta di connubio tra genti diverse. Il nucleo centrale è nel focolare quadrangolare ribassato rispetto al livello della piazza, coperto di ciottoli di basalto rosso e nero, recuperato con il ripristino di una cava di Mogoro. L'intervento di Pomodoro suscitò non poche polemiche anche perché vissuto ancora una volta come il solito esempio di "colonizzazione" culturale, tanto più che nel 1968 l'amministrazione comunale di Ales aveva già commissionato a Costantino Nivola un monumento. Nonostante ciò, il piano d'uso "Antonio Gramsci" è divenuto nel tempo un luogo perfettamente integrato nel paesaggio.