Il Museo è ospitato negli spazi di Palazzo Aymerich, ultima residenza dei marchesi di Laconi progettata a metà Ottocento dall’architetto Gaetano Cima e di recente inserita nel novero delle 50 dimore di pregio della Sardegna. Il corpo principale dell’edificio, oggi centro polifunzionale, si sviluppa su 3 piani, ed è contraddistinto dalla facciata principale, in tipico stile neoclassico, scandita da finestre ed eleganti balconcini. All’interno, nel “piano nobile” destinato fin dalle origini ad ambiente di rappresentanza, sono ancora visibili preziose carte da parati e “papiers peints” d’epoca, realizzati dalla prestigiosa tipografia francese Dufour. Il percorso espositivo, attualmente articolato in 11 sale distribuite tra il piano terra e il secondo piano, delinea lo sviluppo cronologico e tipologico della grande statuaria antropomorfa preistorica sarda., avvalendosi prevalentemente di testimonianze provenienti dal territorio di Laconi. Dieci sale sono destinate ai menhir ritrovati in varie zone della Sardegna centro-meridionale (areali del Sarcidano, Grighine e Mandrolisai), l’undicesima, "la galleria" affacciata sulla grande corte interna, ospita invece reperti di cultura materiale provenienti da scavi archeologici di contesti funerari megalitici sarcidanesi (ceramiche, elementi metallici,strumenti in pietra e in terracotta). I menhir presenti sono riconducibili sostanzialmente a 3 tre classi di riferimento: menhir protoantropomorfi di sagoma ogivale ma privi di raffigurazioni, menhir antropomorfi assessuati, che mostrano i primi tratti somatici del viso (naso e occhi), e infine statue-menhir vere e proprie, chiara evoluzione dei menhir antropomorfi assessuati, più ricche di dettagli e di simboli che ne consentono anche la distinzione tra i sessi. Tra i monoliti esposti, i 36 pezzi laconesi, scolpiti nella trachite locale, (in località Mind'e Putzu è stata individuata una vera e propria cava preistorica), si distinguono per le singolari volumetrie e per le espressioni iconografiche, con le molteplici tipologie di “capovolti” e i pugnali che caratterizzano le statue maschili. Gli altri esemplari in allestimento, restituiti dai territori di Samugheo, Allai e Villa S. Antonio, (presto ne seguiranno da Isili, Nurallao e Senis), si segnalano per la simbologia iconografica nettamente diversa da quella espressa dai menhir dell’area sarcidanese. Perché è importante visitarlo? Il museo, unico nel suo genere in Sardegna, coniuga l’interesse scientifico con il fascino dell’esposizione, che ci riporta tra i simboli e le esperienze figurative della cultura sarda dell’età dei primi metalli. Si aggiunge la suggestione del Palazzo Aymerich, elegante esempio di architettura neoclassica. Servizi. Visita guidata compresa nel prezzo del biglietto e, su prenotazione, visite guidate nel territorio. Bookshop. Assenza di barriere architettoniche. All’ultimo piano di Palazzo Aymerich è ospitata la biblioteca comunale che possiede un’ ampia sezione dedicata all’archeologia preistorica e protostorica della Sardegna, con volumi e articoli, consultabili durante gli orari di apertura al pubblico.